«THE SHAPE OF WATER.
unable to perceive the shape of You, I find You alla round me.
Your presence fills my eyes ith Your love, It humbles my hearth, For You are everywhere»
{Incapace di percepire la forma di Te, ti trovo tutto intorno a me.
La tua presenza mi riempie gli occhi del tuo amore, sottomette il mio cuore, perché tu sei ovunque.}
LA FRASCA e l’ancestrale che è in noi
“La Frasca” è una località del comune di Civitavecchia.
Un’area naturale splendida, dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, divenuta recentemente monumento naturale che accoglie resti archeologici e fossili di conchiglia.
E’ un tratto di costa molto particolare
e rappresenta un unicum su tutto il litorale laziale.
Io vengo qui da sempre
e
da sempre
mi trasmette sensazioni ancestrali…
La Frasca e il Mondo antico
Nei tempi antichi La Frasca fu un luogo accogliente, sulla costa del Tirreno: per viaggiatori e mercanti.
Questo era l’antico sito archeologico di epoca romana denominato Rapinum. Qui si trovava un’antica villa romana. Qui si trovava l’antico porto di Columna. Ma non solo.
Qui viaggiatori e mercanti che, magari, sbarcavano infreddoliti dal tragitto per mare trovavano un luogo di conforto di tipo termale, uno spazio di ristoro, riscaldamento e rifocillamento.
Qui infatti arriva (o meglio dire arrivava copiosamente) acqua sulfurea termale.
LA VILLA OTIUM: AFFACCIATA SUL MARE
Le indagini archeologiche condotte hanno fornito la documentazione di diverse fasi di costruzione di questa villa otium.
L’ingresso era probabilmente dal mare, attraverso un porticato. All’interno di un muro perimetrale con ingressi multipli, si trovava un lungo corridoio orientato nord-ovest/sud-est e da qui, attraverso un percorso a “L”, era possibile entrare nello spazio interno.
Il settore nord-ovest era il vero bagno: una sala con piscine di acqua fredda (frigidarium), diversi tepidaria e una sala con acqua calda (calidarium). Il settore sud-orientale era costituito da stanze collegate che erano riscaldate da praefurnia e suspensurae.
Tutto il complesso è stato realizzato seguendo un piano generale omogeneo, con due diverse tecniche di muratura. Nel settore nord-occidentale è stato utilizzato l’opus mixtum, fabbricato con pietre e mattoni a linee alternate. Nel settore sud-orientale fu usato il semplice opus vittatum con calcare e trachite. Davvero notevoli sono i mosaici della fase principale: alcuni sono ben conservati e colorati.
I mosaici hanno motivi generalmente geometrici e in alcuni casi sono presenti inserti figurativi, con motivi floreali e marini.
Secondo la ceramica e la tecnica di costruzione questa fase risale al periodo severo (III secolo d.C.).
IPOTESI DI FUNZIONE
Probabilmente il complesso della villa di epoca romana era funzionale per l’accoglienza e il comfort dei viaggiatori e dei commercianti diretti alle fattorie dell’entroterra o in arrivo da quelle; in realtà la mancanza di camere da letto (cubicoli) – almeno nell’area esaminata fin’ora – e la differenza rispetto alle planimetrie delle ville residenziali meglio conosciute, rendono impossibile poter assegnare una funzione residenziale per questo complesso edilizio.
Il complesso dovrebbe essere interpretato come una struttura, una sorta di mansio, per chi frequentava questa zona, soprattutto via mare ma anche dalla via Aurelia.
Cioè come una struttura di servizio in grado di offrire a mercanti e viaggiatori – che magari sbarcavano infreddoliti dal tragitto per mare – confort di tipo termale, o comunque spazi di ristoro, riscaldamento e rifocillamento.
Infine, va ricordato che l’Itinerarium Maritimum fornisce la documentazione de la statio romana “delle alghe”, secondo alcuni studiosi nelle vicinanze di Torre Valdaliga (1,5 km a sud dal nostro sito). L’area “La Frasca”, con all’interno Columna, potrebbe essere correlato all’antico villaggio di Rapinium.
i
DATI ARCHEOLOGICI
relativi a questa porzione
di territorio
SONO
i seguenti
DATAZIONE: III SECOLO A.C.-V SECOLO D.C.
- abitato
Si tratta di un’area dove è stato identificato un abitato di età pre-romana.
Il materiale raccolto indizia una frequentazione di tutta l’area dal III secolo a.C. al V secolo d.C.
- tracce di occupazione
Ai margini dell’abitato della Frasca sono stati raccolti numerosi frammenti ceramici, riferibili forse ad una frequentazione di età romana.
Bibliografia: FEI 1996, p. 142, n. 229.
EPOCA ETRUSCA
Sbocco sul Mediterraneo, in epoca etrusca vi si trovava forse uno degli approdi di Tarquinia.
Al di là delle ipotesi sembra, in ogni caso probabile (v. E.SERI ,Gli Etruschi sulla costa civitavecchiese alla luce delle ultime scoperte,p.22) “[…]che l’area archeologica de quo ci porta a rivedere quel quadro di approdi di cui le genti dell’Egeo si servirono in concomitanza ad un mercato o a nuove vie commerciali al’interno dell’Etruria (minerali). Certamente non sono pochi i reperti di importazione greca qui rinvenuti a testimonianza di un emporio in questa località, ma soprattutto in epoca arcaica non è assurdo pensare che come Regisville servisse l’area di Vulci, Graviscae quella di Tarquinia, Pyrgi quella di Caere, Columna, e forse l’approdo del Marangone, potessero servire invece all’espansione di un fiorente mercato interno. Fiorente certamente lo era, se pensiamo ai corredi funebri delle necropoli della Scaglia, dei Pisciarelli e soprattutto alle enormi strutture tombali della Castellina che per magnificenza competono alla pari fino al VI secolo a.C. con quelle dell’area cerite e tarquiniese”.
EPOCA ROMANA
In epoca Romana, denominata probabilmente RAPINIUM, l’aspetto portuale sembra continuare, in relazione all’esistenza di una importante villa schiavistica, o comunque ad un centro economico-produttivo con correlative abitazioni. Si deve rilevare che gli sbocchi sul mare rappresentano una caratteristica per la villa romana di tipo schiavistico. Un dato che si rinviene anche in Liguria, ad esempio.
Presenza di colonne giacenti in mare, almeno nel numero di 3, ancora visibili ad oggi (diametro m. 0,95, leggermente rastremata verso l’alto dove raggiunge il diametro di 0,80 m., lunga ca.7,80 m., materiale: granito).
In particolare una di queste colonne di granito aveva un diametro alla base di cm.95 ed era lunga m.7,80 (Salvatore Bastianelli, Centucellae Castrum Novum, p.63). L’Acta Sanctorum collecta et Digesta ab Eschenio et Papebrochio, parlando del Beato Senzio dice che approdò alla metà del V secolo d.C.: “in parvulo portu qui appellatur Culumna in finibus Centumcellae“. Vi eretta una colonna “ad directionem nautarum“.
Altro materiale importante che si trova giacente sul fondo tra praterie di posidonie, è costituito da blocchi parallelepipedi in arenaria. Alcuni di questi hanno una disposizione lineare, quasi a delimitare un molo, altri sono sparsi. Gli elementi architettonici sono funzionali ad un approdo-molo? Le dimensioni sono di ca. cm 120 x 60 x 30.
Le colonne, forse, danno il nome all’approdo, allorché segnavano l’ingresso ad un canale che permetteva alle barche di raggiungere la terra; attualmente insabbiato, era però percorribile per un tratto fino a non molto tempo fa.
Ulteriori emergenze d’epoca romana, emergono tuttora immersi nella vegetazione, per circa un metro di altezza resti di muri in opus listatum (sistema murario caratterizzato da ricorsi di mattoni alternati in maniera regolare a livelli di tufelli o qualsiasi altra pietra disponibile), attribuiti da Salvatore Bastianelli ad una villa romana. Sicuramente un impianto residenziale certamente legato alla presenza del porto appena descritto. Dell’edificio resta ben poco, si sa per certo che l’estensione della villa fosse amplissima.
Vaschetta scavata nella roccia, in direzione nord rispetto all’attuale sbocco della moderna strada, lungo quella sterrata. Oggi, probabilmente, si riscontra in fase di riutilizzo, dal momento che su un angolo è stato praticato un foro simile a quelli destinati a sostenere i cardini di una porta. Poco prima si rilevano dei pavimenti in cotto, con grosse lastre. Si presuppone l’esistenza probabile di ambienti produttivi e magazzini. A prova di ciò, da tale vaschetta parte un possente muro che corre rettilineo sulla strada ed è possibile seguirlo per un buon tratto: vi si trovavano verso mare degli ambienti ben protetti da mura di notevole spessore? Sulla costa, in coincidenza del sito vi è un terrapieno da cui si scorge la stratigrafia.
Purtroppo l’erosione marina ha compromesso, e compromette attualmente il contesto, asportando quotidianamente dei frammenti di muri. Un fenomeno, quello dell’erosione marina, inesorabile e comune ad altri siti come quello di Pirgy-S.Severa per esempio.
Di qui si possono ritrovare tessere di mosaico, bianche e grigie, a pasta vitrea, frammenti ceramici, chiodi, una notevole quantità di armi da pesca in bronzo, eterogenei per forme e tipologie.
Secoli e secoli di frequentazione
Le testimonianze, in toto, fanno presupporre un lungo arco di secoli di frequentazione. La presenza di reperti di varia natura indicano l’arrivo di genti da tutto il mediterraneo che testimoniano l’esistenza di un approdo, o un vero e proprio porto interno.
La Chiesa di San Sensio
Da un autore (Calisse, Storia di Civitavecchia,ed. ’36 p.142,) si apprende inoltre che nel porto di Columna era ubicata una Chiesa dedicata al beato Sensio che apparteneva alle suore di S. Chiara in Viterbo, e che nel 1290 il senatore romano Giovanni Colonna prese provvedimento alla riparazione dei danni provocati da alcune persone. Ma nel 1291 il Castellano tolse al Monastero la chiesa con tutto ciò che vi apparteneva, tanto da spingere il Papa in persona ad intervenire per restituire il maltolto, in una aperta diatriba tra le rivali Roma e Viterbo che vide numerosi soprusi.
Le frasche & la colonna
Una curiosità è che la denominazione “la Frasca” prende il nome dal fatto che i pescatori del luogo usavano mettere una frasca per indicare la giusta entrata delle barche nel porticciolo, usanza questa acquisita dagli antichi abitanti del luogo: dall’itinerarium Marittimum, si apprende che infatti il luogo in età romana veniva chiamato Rapinium e, secoli dopo, Columna, cioè prese il nome da quella colonna (a cui i pescatori legavano una pertica o una frasca) che fino ad alcuni anni fa era visibile e adagiata sullo specchio antistante a quel molo, ancora riconoscibile, dell’abitato della Frasca.
NOTA
Il sito archeologico “Columna-Porto Canale” si trova nel luogo “La Frasca” nel comune di Civitavecchia. L’area è stato indagata archeologicamente tra gennaio e maggio 2014, sotto la direzione del Prof. Carlo Pavolini (Università della Tuscia), con il finanziamento dell’Autorità Portuale di Civitavecchia e con la supervisione scientifica della Soprintendenza Archeologica per l’Etruria Meridionale.
QUI la pubblicazione:LA FRASCA+Statio_amoena._Sostare_e_vivere_lungo_le
Che foto fantastiche! Un luogo meraviglioso.
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grazie Eli! sì è un tratto di costa ancora selvaggio. e con un mare stupendo 🙂
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Uno dei tanti luoghi speciali che conosci e ci fai conoscere.
La condivisione è importante.
Un abbraccio!
E.
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Ciao Elisabetta 🙂 un bacio!
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Molto evocativo e pieno di vita, non conoscevo…
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sì. è un luogo molto particolare, lontano dalle spiagge superaffollate. un posto dove poter godere appieno del mare 🙂
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Grazie per la descrizione storico ed energetica del luogo, il fulcro del vostro lavoro e passione archeologico
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