L’acquedotto di Traiano a Civitavecchia
Premessa
Questa estate 2017 a Civitavecchia c’è stato un terribile incendio appiccato in varie zone della città. Una di queste zone era esattamente quella in cui sono ancora visibili le strutture dell’antico acquedotto di Traiano, riutilizzato e rimaneggiato secoli dopo da Papa Innocenzo XII. Le antiche strutture erano da sempre avvolte da cespugli di rovi, alberi, e vegetazione varia che l’incendio ha bruciato: per questo sono poi andata nei giorni seguenti a vedere da vicino e fare qualche foto.
Antefatto: la necessità di costruire un nuovo porto
L’imperatore Traiano, agli inizi del II secolo d.C., decise di costruire un nuovo grande porto in una delle numerose insenature della costa dell’antica Centumcellae (oggi Civitavecchia-Roma). Questa decisione perché si era constato il progressivo interramento del porto di Claudio (oggi Fiumicino-Roma) ed era quindi necessario, invece, fornire la costa dell’Etruria meridionale di un porto sicuro per le navi.
Fatto: la necessità di fornitura di acqua
Nella progettazione della grande opera edilizia che prevedeva la scelta della sua posizione in rapporto alla profondità dei fondali, alla direzione delle correnti e dei venti, alla vicinanza alle cave di pietra adatte per costruire le barriere dei moli, fu ovviamente necessario prevedere anche la possibilità di un approvvigionamento idrico, specialmente per uso potabile.
Dall’entroterra vene d’acqua di ottima qualità
Sui vicini rilievi di Centumcellae si trovavano solo rilievi con vene d’acqua di modesta portata, insufficienti a soddisfare le necessità di un grande impianto portuale.
Solo nelle colline dell’entroterra esistevano numerose vene d’acqua di ottima qualità: si rese necessario quindi raccoglierle e condurle fino a Centumcellae ed al suo porto.
Un grandioso acquedotto
Fu così che, come conseguenza della costruzione del nuovo grande porto di Traiano progettato da Apollodoro di Damasco, iniziarono anche i lavori per un altrettanto grandioso acquedotto.
Passo della Vecchia e Trinità
Le due principali sorgenti furono captate al Passo della Vecchia e alla Trinità, entrambe sulle pendici dei monti di Allumiere, a 300 metri di quota sul livello del mare.
Ponti, arcate, trafori
In alcuni casi, per superare grandi avvallamenti del terreno, fu necessaria la costruzione di ponti ad arcate in opera laterizia (per es. il Fosso del Pisciarello); in altri casi invece fu più conveniente scavare trafori nelle colline (il più lungo è il Traforo di Monte Rovello).
Cave di pietra e argilla
Furono aperte e riattivate cave di pietra, di argilla per rifornire le fornaci di calce e di mattoni. Di queste strutture si conservano alcune testimonianze (un esempio è la fornace per calce del Quarto).
Il lungo viaggio dell’acqua
Durante il suo percorso fino a Centumcellae, con una pendenza media dell’ 1%, il condotto si arricchiva di altre vene d’acqua e forse riforniva alcune ville rustiche posizionate nelle immediate vicinanze.
Al termine del suo lungo viaggio, ulteriormente depurata dalle piscine limarie, sorpassato il Ponte del Belvedere, l’acqua, nei pressi di Vigna De Filippi, si riversava nel Castellum, cioè in una Conserva o Cisterna, della capacità di 1000 mc., in posizione sufficientemente elevata per rifornire l’allora non esteso centro di Centumcellae ed il porto in costruzione.
Nel XVII secolo papa Innocenzo XII
L’acquedotto di Traiano alla fine del XVII secolo fu restaurato e ricostruito in gran parte da Papa Innocenzo XII, su progetto e direzione dell’architetto Carlo Fontana e venne completato nel 1702.
A perpetuo ricordo della grandiosa opera di ricostruzione, Clemente XI fece coniare una bellissima medaglia in cui è raffigurato l’acquedotto che scende dalle colline boscose di Allumiere fino al porto di Civitavecchia ed intorno il motto “haurietis in gaudio”.
Per un attimo (ma solo un attimo) ho scambiato il bosco bruciato per il “vestito” autunnale che regala il foliage 😛
Imponente comunque! *_*
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sì in effetti sembrano i colori dell’autunno! non ci avevo fatto caso 🙂
grazie Orsa! :)*
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Molto interessante, ne sapevo l’esistenza ma non lo avevo ancora visto ..Quest’anno sono andata per la seconda volta a vedere le Terme Taurine, veramente magnifiche e di sicuro anche esse avevano avuto dei benefici dall’acquedotto anche se le vasche erano alimentate direttamente dalle acque termali sottostanti… comunque in agenda per la prossima primavera! 🙂 Grazie!
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sì una passeggiata merita. da vicino l’acquedotto è molto imponente!
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Che cosa occorre fare per vedere l’Acquedotto Traiano al Fosso del Pisciarello? Finora ho visto solo le arcate alla Strada delle Molacce.
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