Presso la NECROPOLI DI CROCEFISSO DEL TUFO a ORVIETO
la MOSTRA DEI REPERTI ETRUSCHI RECENTEMENTE SCOPERTI E RESTAURATI:
“Gli etruschi di Orvieto e gli oggetti del lusso aristocratico”
DOVE
presso l’Antiquarium Mario Bizzarri nell’area archeologica della Necropoli di Crocefisso del Tufo. Strada della Stazione- Località Le Conce Orvieto (Terni) tel. 0763. 343611
QUANDO
Dal 30 aprile al 3 settembre 2017
Da martedì a domenica
Orario visite: dalle 10.00 alle 19.00
I NUOVI SCAVI ARCHEOLOGICI COME MEZZO DI VALORIZZAZIONE
La ripresa delle indagini archeologiche all’interno della necropoli di Crocefisso del Tufo ha come scopo la valorizzazione del sito ed una migliore comprensione dello sviluppo planimetrico del complesso storico-architettonico.
Nella parte centrale dell’area esplorata si trova la tomba più antica ad oggi ancora visibile, databile al VII secolo a.C. e delimitata da un circolo di pietre.
L’ANTIQUARIUM MARIO BIZZARRI
All’interno del parco delle Tombe della necropoli Crocefisso del Tufo si trova l’Antiquarium Mario Bizzarri che custodisce i reperti delle ultime campagne di scavo archeologico; scavo e restauro dei materiali resi possibili grazie alla partecipazione del Trust Sostratos.
L’ANFORA “TIRRENICA”
Tra i reperti archeologici rinvenuti negli ultimi scavi molto interessante è questa anfora greca “Tirrenica”.
Come solitamente avviene nella ceramica greca, accanto ai personaggi raffigurati sono scritti i nomi, come una striscia di fumetto che ti fa capire il mito e la scena cui si fa riferimento.
Anche qui ci sono dei “nomi” accanto alle figure … però sono nomi finti, nel senso che le lettere sono sì quelle dell’alfabeto greco, ma non hanno nessun significato insieme. La bottega ha creato un prodotto per un pubblico di cui si immaginava già che comunque non sarebbe stato in grado di comprendere l’assenza di significato, ma che comunque vedendo le scritte-didascalie accanto alle figure poteva essere considerato da questo pubblico uguale ad altre anfore.
VéLSENA
Attorno al 580-560 a.C. le autorità cittadine di Vélsena (nome etrusco della città di Orvieto) pianificarono la realizzazione del cimitero, caratterizzato dalla presenza di strutture piuttosto omogenee, disposte lungo vie sepolcrali che si incrociano formando degli isolati.

LE TOMBE A CAMERA
Le tombe a camera tipiche della necropoli sono realizzate in blocchi di tufo sovrapposti a secco e l’ingresso è in genere sormontato da iscrizioni con il nome del proprietario del monumento funerario. L’analisi delle epigrafi permette di vedere come tra il VI e V secolo a.C. la società volsiniese fosse molto aperta all’integrazione di individui di origine non locale quali celti, greci, italici, latini o anche etruschi provenienti da altre città.
LE CAMERE FUNERARIE
Le camere funerarie, una o due per ogni tomba, erano accessibili tramite una breve rampa tamponata da blocchi e da un lastrone monolitico, ed in genere dotate di banchine per la deposizione dei defunti. I corredi e le offerte che accompagnavano i morti comprendevano oggetti d’ornamento personale, ceramiche di produzione locale e di importazione, vasi in bronzo e strumenti in ferro. I reperti di ceramica erano quasi sempre legati al banchetto e al consumo del vino.
La necropoli venne utilizzata per tutto il V secolo a.C., ma comunque alcuni cippi iscritti sono riferibili ad una frequentazione anche nel corso dell’età ellenistica (III secolo a.C.).
GLI SCAVI ARCHEOLOGICI
Attività di scavo sistematico iniziano a partire dagli anni ’60 del Novecento.
Il settore della necropoli in cui sono concentrate le ricerche tra il 2015 e il 2016 era già stato interessato da scavi nel XIX secolo e l’attività dei ricercatori ottocenteschi è certificata dalla presenza di numerose trincee, spesso riempite da reperti archeologici, che al tempo vennero abbandonati perché ritenuti “di niuno conto”.
2015
La campagna di scavo del 2015 ha permesso di ripulire un edificio rettangolare collocato appena a sud della tomba a circolo. Questo “recinto” ospita al suo interno almeno cinque tombe a cassetta, costituite da lastroni di tufo. Uno dei sepolcri non era stato violato ed ha restituito un corredo di vasi in bucchero e bronzo, oltre a numerosi oggetti in ferro, legati al focolare e al consumo delle carni. Il contesto si data entro la seconda metà del VI secolo a.C.
2016
Nel corso del 2016 le indagini sono state estese ad un altro isolato di tombe a camera. Una di queste, la n. 2013, ha restituito un ricchissimo corredo, che comprende alcuni monili in oro, quattro vasi di produzione greca, buccheri e elementi di bronzo. Si tratta di reperti databili tra il 550 e il 520/510 a.C.
Un altro ritrovamento interessante è la Tomba 202: apparentemente questa tomba è senza resti umani, per questo è stata interpretata come un cenotafio.