Il DRAGO di Acquapendente
Fuoco alla bocca
Ali da pipistrello spalancate e minacciose
Zampe come artigli
Coda da serpente
Sì perché
«Il drago possiede la capacità di assumere molte forme, che sono però imperscrutabili»
(J.L. Borghes – M. Guerrero, El libros de loso series imaginarios)

Con gli occhi fissi su questo piatto da pompa cerco di immaginare chi aveva portato in dono questo oggetto e chissà in occasione di quale festa.
Sì perché questo è un “piatto da pompa”, un piatto decorativo che aveva solo funzione ornamentale. Un piatto del XV secolo, trovato ad Acquapendente (sul Lago di Bolsena).
Con il naso incollato alla vetrina ripenso ai mille draghi che dall’infanzia all’età un po’ più adulta ho incontrato nella mia vita.
E allora
mi torna in mente il mushkhusshu della Porta di Ishtar a Babilonia, e poi ripenso a Mago Merlino e alla sua comunione con il Drago.
Mago Merlino e il Drago, un’unione in funzione di Albione, di quella che sarà Albione.
Sì perché il Drago divenne il mezzo attraverso cui Merlino acquisì i poteri per realizzare e dare forma a quei principi che saranno propri della Tavola Rotonda e di Camelot.
Sì perché il Drago è una potenza ancestrale.
Sì perché il drago avvolge nelle sue spire l’intero cosmo; ed è per questo che gli antichi geografi raffiguravano l’Oceano come un enorme serpente circolare.
Sì perché il Drago può assumere molte forme e questo dipende dal fatto che lui potenzialmente le possiede e le domina tutte, e di questo Merlino era consapevole.
11 ottobre 2015, Acquapendente (Viterbo), Museo della Città
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