“il silenzio è una cosa che si ascolta”
Haruki Murakami
Tra sogni e quotidianità
Ogni giorno viviamo sospesi tra i sogni e la quotidianità. Sogni e quotidianità. E trovare un punto di equilibrio, un armonico bilanciamento tra questi due poli opposti, spesso è difficile.
Ed è così che diventiamo funamboli. Siamo funamboli della vita che in bilico, un piede dietro l’altro, braccia ben distese e dritte, sguardo attento avanti (senza guardare giù eh!? sennò è finita) andiamo avanti. Andiamo avanti.
Il blu. Tutto blu
Il momento della settimana dove questo armonico equilibrio spesso io riesco a scovare e trovare è, soprattutto, la domenica pomeriggio. La domenica pomeriggio di quelle giornate autunnali. E’ quel momento sia della settimana che della giornata dove il tempo prende una forma ferma, immobile. C’è poca gente in giro, e tutto diventa più bello. Tutto diventa blu.
Sì perché il blu che si posa su tutto, sui muri, sugli alberi, sulle persone; è il blu che rende tutto immodificabile. Rende quegli attimi eterni. E pure speciali.
Vitorchiano nella quasi notte
Ed è così che una settimana fa sono tornata a Vitorchiano. C’ero già stata anni fa, però lo ricordavo poco, forse c’ero stata in una giornata con troppo sole.
Sì perché questo paese, secondo me, è splendido d’autunno, al tramonto-quasi notte. Perché sono queste luci che lo rendono speciale.
Questa volta poi, invece di passare dall’orribile (perché anonima) superstrada che affianca Viterbo siamo entrati dentro Viterbo, abbiamo preso la direzione “La Quercia”, sorpassati i binari ferroviari, giunti alla Chiesa della Madonna della Quercia e, proprio appena a sinistra della Chiesa, presa l’indicazione che segnava “Vitorchiano 6 km”.
Ed è bastato questo, secondo me, a rendere questa volta diversa la passeggiata a Vitorchiano.
Tanto verde e tanto silenzio da ascoltare
Prima tappa è stata comunque la Chiesa di Sant’Antonio, messa lì, sulla strada. E siamo entrati. E intravisto tra gli alberi anche le monache che qui vivono.
Accanto alla chiesa c’è tanto verde.
E tanto silenzio
da ascoltare.
E qualche fiore qua e là
per confondermi dentro.
Mura possenti e merli e torri
Ripresa la macchina siamo arrivati nelle vicinanze del centro storico: un paese medievale con mura possenti e merlate e le torri. Un paese con palazzi possenti e di prestigio che ne fecero nei secoli passati un centro importante (per chi vuole approfondire qui).
Da fuori noti che la struttura è imponente, però, superata la porta principale di ingresso, la sensazione è di accoglienza.
Ed è così che silenziosamente, tra i vicoli e gli angoli il paese di Vitorchiano si racconta da solo.
Ed è così che ti affacci sulla vallata e respiri l’aria leggera e verde che, in questa parte della Tuscia, è ancora così bella.
Il mosto e il vino
Camminando tra i vicoli mi capita davanti un tino con dentro le bucce di uva spremuta per fare il vino. Il colore è così bello che mi fermo a fotografare. Io sono ragazza di città (nata e cresciuta a Roma), abituata a vedere i cibi sugli scaffali dei supermercati, per cui queste cose mi entusiasmano da morire.
Mi fermo, guardo e poi fotografo. E annuso nell’aria il vino che si sta facendo.
Ed è così che questi signori ci invitano a fermarci, offrendoci anche da bere il vino appena fatto, appena spremuto, il mosto.
Un maglione appeso e un lampione acceso
Ed è così che cammino e guardo e osservo qui un portone, di là una finestra con il maglione appeso e i primi lampioni che si accendono su tutto questo blu.
Ed è così che inizia, proprio in quel momento, inizia a prendere forma un altro tempo presente.
Un altro tempo presente
Un tempo presente dove la corsa quotidiana all’apparire, alla vita frenetica di tutti i giorni non esistono più, di colpo scompaiono. Ed è così che il tempo presente ritorna per me ad ad essere un camminare e un voler raccontare.
Guardare, camminare, raccontare e condividere con chi ha piacere di leggere quello che scrivo, quanto è bello il nostro mondo, quanto sono meravigliosi gli angoli di mondo che stanno dietro casa.
Proprio dietro casa.
Con angoli di magia e gatti bianchi che si aggirano attorno.
Intorno a noi
Queste sono le cose stupefacenti che stanno intorno a noi.
In questo post non ho voluto raccontare, né spiegare dettagli storici né archeologici.
Perché anche per me questa è stata una passeggiata per staccare la spina da tutto e ricaricarmi unicamente attraverso l’energia che i posti antichi trasmettono, da soli, semplicemente camminandoci dentro e attraverso.
Avevo preso un foglio all’infopoint con i dettagli storici relativi alle chiese, ai palazzi… ma boh, non lo trovo più, l’ho perso, e forse intenzionalmente.
Non è necessaria una descrizione storica per apprezzare la bellezza dei luoghi. Una bellezza che va presa così, per osmosi, respirando e guardando con gli occhi.
Un’emozione in più dentro
Lentamente cammino verso qualcosa che mi attrae, che mi ha chiamato e cercato, e allora mi fermo. Lo guardo e lo afferro: con gli occhi, con l’udito, con lo spirito. Poi tutto finisce. E’ stato un incontro fugace, non casuale, quello no, niente accade per caso. Però è finito. E va bene così.
Io riparto. Verso qualcos’altro. Però con un’emozione in più dentro. Che trova sempre spazio. Perché dentro di noi lo spazio che abbiamo è infinito. E’ senza limiti.
domenica 9 ottobre 2016, Vitorchiano
#AppuntiDisordinatidiViaggio
Molto interessante
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grazie!
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Francesca…proprio poetica la tua gita a Vitorchiano ! Peccato tu non abbia incontrato il grande Moai dall’altro lato della valle, da dove si scopre un’altra Vitorchiano forse ancora più arcaica.
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grazie 🙂 ogni tanto un po’ di poesia e suggestioni ci stanno bene. alcuni posti è giusto raccontarli anche con le emozioni, e non solo con la storia e l’archeologia. sì purtroppo si era fatto tardi e non sono passata dall’altra parte. la prossima volta vado a far visita anche al Moai 🙂
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