Il Museo Archeologico di Nepi (Viterbo) è un museo piccolo ma davvero ben fatto: ben articolati gli spazi, le vetrine, le didascalie, le ricostruzioni dei contesti originali di rinvenimento.
Tutto accompagnato da una piacevole musica di sottofondo e luci adeguate per vivere il territorio degli antichi Falisci.
L’ingresso è gratuito e il museo si articola in tre sezioni: Protostoria-Preromana, Romana, Medievale-Rinascimentale.
SEZIONE PREISTORICA, PROTOSTORICA E PREROMANA
Un numero consistente di reperti proviene dalla “necropoli del Cerro” che ha restituito materiali databili tra l’VII e l’inizio del VI secolo a.C. La necropoli si dispone lungo le pareti di una tagliata, probabilmente quanto rimane di un antico tracciato che da Nepi si dirigeva verso Ovest, in direzione di Sutri. La sepoltura tipica comprende una camera a pianta quadrata preceduta (a volte) da un piccolo dromos (corridoio) di accesso. All’interno della camera è attestata la presenza di loculi parietali, chiusi con tegole, e di blocchi di tufo squadrati che dovevano fungere d’appoggio ad un tavolato ligneo su cui veniva deposto il defunto. La presenza di nicchie rivela, inoltre, il perdurare del rito dell’incinerazione che vede l’uso di olle come contenitore per le ceneri.
I corredi esposti sono caratterizzati dalla presenza di un ricco materiale ceramico connesso con la pratica del simposio. La ceramica di impasto è generalmente decorata con incisioni, poi riempite con sostanze colorate, secondo una tecnica ben documentata nell’area falisco-capenate.
Le forme vascolari hanno i motivi tipici del periodo orientalizzante, comprendenti teorie di volatili, elementi floreali e vegetali. I materiali trovano confronti nelle produzioni ceramiche provenienti dal territorio falisco, Narce in particolare, e diffuse nei territori limitrofi.
Da un sepolcro aristocratico della “necropoli di Gilastro” provengono i due sarcofagi esposti recuperati, nel 1988, all’interno di una tomba a camera. I sarcofagi sono costituiti da due grandi blocchi di tufo lavorati e accostati. Al di sotto di essi tre blocchi squadrati fungono da piano di appoggio. Una serie di larghe tegole poste a doppio spiovente ne costituiva la copertura. La tomba comprendeva anche due deposizioni su banchine costituite da blocchi di tufo squadrati ed accostati fra loro, un loculo e resti ossei che erano stati collocati fra i blocchi di appoggio di uno dei sarcofagi. Quest’ultima deposizione suggerisce l’utilizzo del sepolcro per lungo tempo. In effetti i materiali recuperati dalla tomba possono essere inquadrati tra la prima metà del VII e la prima metà del V secolo a.C.
La parte espositiva dedicata al periodo preromano si conclude con il materiale proveniente dalla “necropoli di Sante Grotte”. Alcune campagne di scavo, svolte fra il 2003 ed il 2004 hanno permesso l’eccezionale ritrovamento di alcune tombe a camera ancora intatte e di sepolture dentro fossa, riservate a bambini. All’interno delle tombe a camera sono stati rinvenuti ricchi corredi, databili tra il VII ed il III secolo a.C., caratterizzati dalla presenza di ceramiche d’importazione, oggetti in bronzo ed ornamenti personali in oro e argento. Fra le sepolture più sontuose in esposizione, vi è la tomba n. 3 che ha restituito, oltre ad un ricco corredo ceramico, alcuni oggetti singolari come l’aspergillum bronzeo, una fibula bronzea anulare ed uno scarabeo egizio.
SEZIONE ROMANA
L’arrivo dei Romani a Nepi è di poco successivo alla caduta di Veio nel 396 a.C., infatti Nepi era un centro strategico, collocato lungo le direttrici che conducevano all’interno del territorio etrusco. A differenza di quanto avvenne per altri centri abitati dell’Agro Falisco, l’entrata della città nell’orbita romana non pregiudicò la sua esistenza, ma le conferì una notevole ricchezza, grazie anche al passaggio della Via Amerina, tracciato viario collegante Roma con l’Umbria realizzato nel III secolo a.C. A nord di Nepi, il percorso della strada è stato oggetto di accurate indagini da parte del Gruppo Archeologico Romano con la supervisione della Soprintendenza Archeologica. Le ricerche si sono concentrate nel tratto viario caratterizzato dalla presenza della “necropoli di Tre Ponti”, necropoli meridionale della città di Falerii Novi. Gli scavi hanno permesso di individuare delle sepolture ancora non violate e di recuperare reperti di particolare interesse. All’interno dell’esposizione museale un plastico in scala 1:1 ricostruisce una delle importanti scoperte effettuate: un colombario costituito da sepolture ad incinerazione collocate dentro nicchie scavate sulle pareti e sul piano del banco tufaceo. L’analisi dei materiali recuperati ha permesso di datare queste sepolture entro la prima metà del I secolo d.C.
SEZIONE MEDIEVALE – RINASCIMENTALE
Nel XVI secolo Nepi visse un periodo florido, caratterizzato da un importante sviluppo urbanistico. Già nel ‘400 era iniziata una fase di prosperità per la città, attestata da lavori compiuti all’interno delle chiese e del castello, il cosiddetto “Forte dei Borgia”. A Rodrigo Borgia, proprietario del complesso architettonico dal 1479 al 1492, è, infatti, attribuito l’ampliamento della rocca medievale con la realizzazione del muro di cinta quadrangolare difeso da quattro bastioni circolari.
Orario Museo
Orario Invernale (dal 1 Ottobre al 31 Maggio):
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì ore 11,00 – 13,00, 16,00 – 18,00
Sabato e Domenica ore 10,00 – 13,00, 15,00 – 18,00
Orario Estivo (dal 1 Giugno al 30 Settembre):
Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì ore 11,00 – 13,00, 16,00 – 18,00
Sabato e Domenica ore 10,00 – 13,00, 16,00 – 19,00