il video dal canale youtube ARCHEOTIME [un nuovo video archeologico ogni MARTEDÌ]
n.b. i primi minuti sono superveloci per una rapidissima visita al Museo.
A partire dal MINUTO 3.24 inizia la visita guidata attraverso le diverse sale e i reperti del Museo Archeologico.
IL MUSEO ARCHEOLOGICO DI MASSA MARITTIMA
In Italia quando visiti un museo (soprattutto un piccolo museo) lo scrigno è importante tanto quanto il gioiello.
Il contenitore ha una sua storia da raccontare tanto quanto il contenuto stesso.
Questo è il caso del Museo Archeologico di Massa Marittima allestito all’interno del Palazzo del Podestà, un Palazzo storico che fa da cornice ad una delle più belle piazze d’Italia.

(copyright Francesca Pontani)
Antonella Cocolli (fondatrice Coop. Colline Metallifere e Referente per la Regione Toscana dell’Associazione Piccoli Musei) mi ha accompagnato nella visita di questo piccolo Museo della Toscana, l’occasione è stata proprio durante il Convegno Nazionale Associazione Piccoli Musei che si è svolto a Massa Marittima il 2-3 ottobre 2015.
Nel video vediamo insieme a lei le sale e gli oggetti del Museo.

(copyright Francesca Pontani)
In particolare, poi, questo Museo è molto importante e particolare perché ci racconta degli Etruschi che vivevano tutto intorno il Lago dell’Accesa e, soprattutto, è l’unico museo della zona (oltre quello principale di Manciano) a mostrarci la vita che conduceva l’uomo della Preistoria di questi territori [minuto 3.25].
PERCHÉ E’ IMPORTANTE IL PICCOLO MUSEO?
[minuto 22.24] Il piccolo museo è estremamente importante perché in maniera più “confidenziale” e “intima”, in modo più diretto, ti aiuta a prendere contatto con le tematiche specifiche che caratterizzano il territorio in cui si trova.
Il piccolo museo non ti racconta (per es.) chi erano gli Etruschi in generale ma ti racconta e ti conduce per mano a conoscere gli Etruschi che vivevano qui, tutto intorno il Lago dell’Accesa (in questo caso specifico).
Il piccolo museo ti parla di una realtà storica e di luoghi ben precisi, che magari vedi tutti i giorni ma dei quali non conosci la storia, l’unicità e l’eccezionalità.
I grandi musei sono bellissimi, su questo siamo tutti d’accordo, però sono anche tanto “impegnativi” e un po’ più dispersivi (se non sono allestiti in maniera adeguata).
NEL MUSEO di MASSA MARITTIMA SI PUÒ
[minuto 23.10] in questo Museo si può:
fotografare (senza flash)
guardare
disegnare
allattare
leggere
sorridere
amare
scoprire
meravigliarsi
riflettere
imparare
portare un amico a 4 zampe
e
prendersi tempo
e io aggiungo:
perdersi nel tempo…
PER CHI E’ PIÙ BASSO DI 1 metro e mezzo: i “bamboccini” per i bimbi
[minuto 5.48+5.53] Mi è molto piaciuta l’attenzione che gli allestitori hanno avuto per i bambini che vengono a visitare questo museo: hanno creato, infatti, dei “bamboccini” in pasta di pane ad altezza di bimbo, così che quando i bambini arrivano davanti alla vetrina hanno alla loro altezza di occhi l’immagine di cosa faceva l’uomo primitivo e come viveva. Veramente un’attenzione molto sensibile.

(copyright Francesca Pontani)
LA SCIMMIA ANTROPOMORFA
[minuto 5.10] Poi c’è il calco dell’Oreopiteco, la scimmia antropomorfa trovata in una miniera di carbone poco distante da Massa Marittima, che viveva in questi territori circa 8,5 milioni di anni fa.
VIVERE DENTRO E FUORI LA GROTTA
[minuto 6.43] Per far capire l’uso della Grotta nella Preistoria nei due usi, abitativo [minuto 6.49] e sepolcrale [minuto 11.30] hanno realizzato delle ricostruzioni di grotta-tipo a dimensione naturale. In particolare l’uomo riprodotto è ispirato al profilo umano inciso su una lastrina di calcare di Vado all’Arancio (Paleolitico Superiore) [minuto 7.23], mentre la donna è ispirata alla scultura in avorio chiamata Venere di Brassempouy.
L’uso funerario riproduce esattamente la sepoltura ritrovata nei pressi di Perolla e l’uomo, invece, è stato vestito con le riproduzioni dei vestiti e degli accessori di Oetzi (e infatti i bambini lo riconoscono sempre, mi ha detto la signora Antonella).
LA GROTTA DELLA SPINOSA
[minuto 8.36] La Grotta della Spinosa è poi estremamente importante per lo studio del Neolitico: una grotta incredibile perché ha restituito tantissimi reperti archeologici. Questa grotta infatti ospitava i resti di numerosi individui di ogni età e fu utilizzata a scopo funerario tra la fine del III e l’inizio del IV millennio a.C.
LA STELE DI VADO ALL’ARANCIO
[minuto 8.58] la Regina del Museo: la stele di Vado all’Arancio. Eneolitico. 5000 anni fa.
E’ questa stele il simbolo del museo, una statua-stele o menhir (lunga pietra), in pietra arenaria, che rappresenta una figura antropomorfa stilizzata.
Si possono riconoscere gli occhi, il naso, le due braccia conserte sulla pancia, ma non sappiamo se rappresenti un uomo o una donna, e soprattutto è difficile poter dire il suo uso: se legata al culto delle divinità, se legata ai riti funebri o altro (perché non conosciamo il contesto archeologico di ritrovamento). Ipotesi affascinante, ma difficile da dimostrare, lega la presenza di queste stele alle vie di transito per l’approvvigionamento del metallo.
Molto carini i disegni e le interpretazioni dei bambini riguardo l’identità di questa stele: minuto 10.28.

(copyright Francesca Potani)
LE PUNTE DI FRECCIA NELLA PREISTORIA
[minuto 12.26] Poi vediamo come venivano utilizzate le punte di freccia (Grotte della Spinosa)
e
IL BRONZO: motore dell’economia del Mondo Antico
[minuto 12.46] le panelle di bronzo dell’Età del Bronzo Antico: la più antica forma di lingotto metallico.
E’ in questo modo, infatti, che il bronzo veniva trasportato anche per lunghe distanze prima della lavorazione finale, nell’ambito della fitta rete di scambi e contatti commerciali (culturali e tecnologici) che si instaura tra Europa, Italia, Egeo.
Queste in particolare provengono da un ripostiglio dell’età del Bronzo Antico (La Speziala), cioè da una piccola fossa nel terreno dove venivano deposti/”nascosti” questi lingotti che rappresentavano una riserva di ricchezza.

(copyright Francesca Pontani)
GLI ETRUSCHI
[minuto 15.47] Il piano superiore è la sezione dedicata agli Etruschi. Interessante la tomba a pozzetto 6, databile nella prima metà dell’VIII secolo a.C., una sepoltura femminile, dove sono stati ritrovati alcuni oggetti bronzei indossati dalla defunta, come cinque fibule ad arco ingrossato, una fibula ad arco serpeggiante, un’armilla, ma soprattutto una cintura a fascia con fermaglio a disco, ventitre fuseruole d’impasto ed una brocchetta askoide di tradizione nuragica. Interessanti anche i bottoni nuragici rinvenuti sempre presso il fosso di Sodacavalli nelle vicinanze del Podere Nuovo.
BOTTONI DALLA SARDEGNA NURAGICA
[minuto 16.00] I bottoni nuragici confermano i contatti tra l’ambiente di Vetulonia e quello della Sardegna nuragica, maturati nell’ambito dello sfruttamento delle risorse minerarie (qui siamo nella zone delle Colline Metallifere), che porta alla circolazione di conoscenze tecnologiche e di artigiani itineranti, con una conseguente reciproca influenza culturale/tecnologica/artistica/sociale del mondo etrusco e di quello nuragico. Il consolidamento dei rapporti deve essere stato favorito anche dagli scambi matrimoniali, come ci indica la frequente presenza di oggetti della Sardegna nuragica all’interno delle deposizioni femminili come corredo di accompagnamento alla defunta.

(copyright Francesca Pontani)
HERMES
[minuto 16.35] Poi c’è Hermes, la copia (l’originale sta a Firenze) di un bronzetto degli inizi del III secolo a.C. ritrovata presso il Poggio Castiglione.
LA GRATTUGIA e l’ideale eroico
[minuto 17.42] la grattugia di bronzo ci racconta il consumo di vino per “sentirsi” come gli Eroi cantati da Omero nei suoi racconti: infatti il vino veniva bevuto dopo che si era provveduto a grattugiarci dentro un po’ di formaggio di capra (oltre a varie spezie), come sappiamo dall’epica greca.

(copyright Francesca Pontani)
[minuto 18.16] bellissimo l’affibbiaglio di bronzo.

(copyright Francesca Pontani)
IL VILLAGGIO ETRUSCO DEL LAGO DELL’ACCESA
[minuto 18.30] Il villaggio del Lago dell’Accesa, data la sua posizione vicino alle miniere, al lago e ai fiumi Bruna e Sovata, oltre che per la presenza di un terreno adatto a favorire l’agricoltura, si è sviluppato e popolato notevolmente, rimanendo abitato fino al I secolo d.C.
Ulteriori testimonianze hanno dimostrato inoltre che l’insediamento era già attivo fin dal Paleolitico. Sono però i secoli del periodo etrusco (IX-VI secolo a.C.) quelli che hanno visto la nascita di una vera e propria rete di piccoli villaggi con rispettive necropoli, articolata in quartieri distanti l’uno dall’altro alcune centinaia di metri.
IL TELAIO VERTICALE: simbolo della donna
[minuto 19.47] Molto interessante è vedere da vicino la ricostruzione a grandezza naturale del telaio verticale; una ricostruzione basata sulle immagini raffigurate sulla ceramica etrusca e sul ritrovamento di pesi, fuseruole e rocchetti.

(copyright Francesca Pontani)
Infine giungiamo
AL SIMPOSIO SOTTO IL PERGOLATO
[minuto 20.22] Il simposio etrusco, un’esposizione su vino, cibo e suppellettili dei banchetti etruschi, si cammina sotto un pergolato, tra le immagini della campagna toscana e la vista del Lago dell’Accesa.

(copyright Francesca Pontani)
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PICCOLI MUSEI