
IL MEDIOEVO IN SUDAN
Forse non tutti sanno che due dei più grandi regni cristiani del mondo medievale si trovavano in Sudan, la regione nord-est dell’Africa.
E il Sudan cristiano è anche il contesto storico e culturale dal quale proviene una delle mummie attualmente a Londra nella mostra del British Museum “Ancient lives, new discoveries“. Si tratta di una donna di 20-35 anni trovata presso il Sito 3-J-23, et-Tereif, nella Quarta Cataratta in Sudan, datata con il radiocarbonio al 700 d.C.
UN TATUAGGIO SULLA PELLE
Una mummia eccezionale e particolare quella esposta al British Museum di Londra perché ha sulla pelle un tatuaggio: un segno permanente ed eterno sul proprio corpo per indicare il monogramma dell’Arcangelo Michele e quindi l’appartenenza ad un determinato e specifico gruppo sociale/religioso.

(dal sito: http://www.telegraph.co.uk/culture/museums/10717154/1300-year-old-mummy-and-her-intimate-tattoo.html
tutti i diritti sono riservati al British Museum)
E questo finora è il primo caso conosciuto in Egitto di tatuaggio che rappresenta il monogramma dell’arcangelo Michele. E’ un caso eccezionale per il Medioevo perché, invece, durante l’Egitto faraonico, in particolare nel Medio Regno, la pratica di tatuaggi sulla pelle era molto diffusa.
NEL SUDAN…UN PARADISO TERRESTRE
Il viaggiatore arabo Ibn Selim Al-Aswani nel X secolo visitò il Sudan e le sue parole ci raccontano della regione a nord dell’antica Dongola, la capitale del regno medievale di Makuria: a circa 750 km da Assuan si estendeva un territorio con una
“trentina di villaggi, con bei palazzi, chiese e monasteri, molte palme, viti, orti, campi coltivati e ampi pascoli su cui si possono vedere i cammelli”.
Più a sud c’era, invece, Soba, la capitale del regno medievale di Alwa, oggi nei pressi della moderna Khartoum, che ci viene descritta con
“bei palazzi e grandi monasteri, le chiese ricche d’oro e di giardini”.
Queste poche parole ci fanno immaginare un territorio idilliaco, quasi un paradiso terrestre…il Sudan medievale.

UN PROFONDO CAMBIAMENTO CULTURALE
La mummia sudanese in particolare ci “parla” dell’avvenuto cambiamento culturale e religioso nell’antica terra dei Faraoni: la conversione al cristianesimo nel VI secolo d.C., che segna uno dei più profondi cambiamenti mai sperimentati prima nella Media Valle del Nilo.
Chiese e cattedrali sono per noi la testimonianza più “appariscente” dell’arrivo del cristianesimo: sono infatti queste nuove fabbriche sacre che vanno a sostituire i templi faraonici e che diventano nell’immaginario collettivo i nuovi punti di riferimento economico, sociale e religioso.
I riti e le credenze più antiche vengono spazzate via (in parte) e, al loro posto, diversi sono gli atteggiamenti verso la morte e verso l’Aldilà. A differenza delle sepolture precedenti, quelle del periodo cristiano mostrano corredi semplici e non sono più presenti offerte di cibo.
Le tombe cristiane erano (nella maggior parte dei casi) delle strutture poco articolate composte da una tomba a pozzo stretta, con delle piccole sovrastrutture rettangolari coperte con un tetto piatto realizzato con mattoni o pietre. Il defunto era avvolto in un sudario, e la testa era spesso protetta da un mattone o da pietra. Il corpo era adagiato sulla schiena in una posizione estesa, anziché accovacciato o contratta.
Erano presenti anche tombe un po’ più elaborate e in questo caso la sovrastruttura era intonacata di bianco, in alcuni casi poteva avere una forma a croce o avere la sommità arrotondata.
Le tombe erano orientare est-ovest, spesso seguendo l’orientamento stesso del Nilo più che del Nord geografico vero e proprio.
La terminazione occidentale della tomba, quella che corrispondeva al posizionamento della testa del defunto, alcune volte era arredata con una lucerna posta dentro una nicchia.
Un esempio è la lucerna EA51771 rinvenuta a Faras, nel Cimitero 4 all’inizio del XX secolo dall’Università di Oxford durante la spedizione guidata da Francis Llewellyn Griffith. Il disco sulla parte superiore della lampada è decorata con un rosone, e nell’iscrizione greca sulla spalla si legge:
“Grande è il nome di Dio”.

(diritti riservati al British Museum)
I motivi cristiani arricchivano gli elementi architettonici di questi sacri edifici e tale potente simbolismo religioso è evidente in tutto il suo splendore nel VII secolo sul fregio EA 606 proveniente dalla Prima Cattedrale di Faras. Esso raffigura un’aquila o una colomba sormontata da una croce, che sta in piedi tra colonne e altari con le ali spiegate. Questo pezzo, originariamente parte di una sequenza di 24 uccelli, potrebbe aver adornato l’abside della cattedrale.
In particolare si può notare lo sfondo giallo con gli elementi a rilievo evidenziati in nero per un colpo d’occhio più efficace: elementi decorativi che forse alludevano alla resurrezione di Cristo e che erano davanti agli occhi forse anche della mummia sudanese che contemplava pensando alla salvezza della propria anima e al paradiso.

(diritti riservati al British Museum)
L’Antico Egitto attraverso la “vita” di 8 Mummie
Sulla Mostra al British Museum: Ancient Lives. New Discoveries