
Più di 50 geoglifi, tra cui croci, anelli e una svastica, sono stati scoperti nel Kazakistan settentrionale (Asia centrale). Sono enormi e le dimensioni vanno da 90 a 400 metri; ma chi li ha costruiti e perché è ancora un mistero. Sono strutture “incise” nel paesaggio che somigliano molto alle più famose linee di Nazca in Perù.
MA COSA SONO I GEOGLIFI?
Un geoglifo è un disegno sul terreno (generalmente più grande di 16 metri quadrati) che viene ottenuto sia tramite la disposizione di rocce, frammenti di rocce, ghiaia o terra (in questo caso viene definito geoglifo “positivo”), oppure tramite la rimozione di questi materiali (ottenendo quindi così un geoglifo in “negativo”).
I più famosi esempi di geoglifi “negativi” sono le Linee di Nazca in Perù, ma queste opere d’arte sono presenti in tutto il mondo: in Australia, in alcune aree del Deserto del Gran Bacino nel sud ovest degli Stati Uniti. Immagini scolpite sulle colline, labirinti nell’erba o di roccia si trovano in Inghilterra (il Cavallo bianco di Uffington), in Scandinavia, in Islanda, in Lapponia e nei paesi dell’ex Unione Sovietica, e migliaia di altri geoglifici a forma di ruota sono stati individuati dagli archeologi anche in Medio Oriente. Ma in assoluto il più grande geoglifo è l’Uomo di Marree, nel sud dell’Australia.

Google Earth image from 2007. Image copyright 2012 Geoeye, copyright 2012 GIS Innovatsia, courtesy Google Earth.
GOOGLE EARTH
Utilizzando Google Earth gli archeologi hanno individuato i geoglifi del Kazakistan: queste immagini mostrano tante forme geometriche diverse come anelli, croci e svastiche (la svastica è un simbolo antichissimo utilizzato in tutto il mondo) e le dimensioni sono enormi poiché vanno da 90 a 400 m di diametro. Secondo i ricercatori i geoglifi sono difficili da vedere sul terreno, ma è invece dall’alto, dal cielo, che si coglie l’immagine in tutta la sua interezza.




Molti dei geoglifi del Kazakistan sono stati creati utilizzando dei tumuli di terra, anche se in un caso, una svastica, è stato utilizzato il legno. Gli scavi archeologici hanno inoltre individuato resti di strutture e di combustioni sul terreno accanto ai geoglifi, suggerendo che forse lì si svolgevano dei rituali, hanno detto gli archeologi Irina Shevnina e Andrew Logvin, dell’Università di Kostanay che sta conducendo le indagini. Forse gli antichi abitanti di questi posti possono aver usato i geoglifi per contrassegnare la loro presenza su quel territorio. Ma
“ad oggi, possiamo dire solo una cosa, che i geoglifi sono stati costruiti da una popolazione antica, ma da chi e per quale scopo, resta un mistero”, hanno dichiarato Shevnina e Logvin.

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