L’alta qualità raggiunta dagli oggetti in vetro colorato è tra i più sgargianti aspetti della XVIII dinastia (1545-1290 a.C), dove soprattutto spiccano i cosiddetti “ear-plugs” o “ear-studs”.

Copyright British Museum
Gli “ear-plugs” o “ear-studs” sono dei piccoli oggetti di vetro colorato a forma di fungo o di papiro, variamente interpretati nella letteratura egittologica come “ornamenti”, “orecchini a bottone”, “amuleti”, o semplicemente “bottoni”.
Tanti sono i contesti archeologici del Nuovo Regno che hanno restituito questi coloratissimi oggetti, come soprattutto il sito di Amarna, così come tanti sono gli esemplari descritti dallo stesso Petrie nei suoi registri di scavo.
Gli “ear-plugs” venivano prodotti avvolgendo delle bacchette di vetro fuso intorno ad un asticella di metallo e poi lasciati raffreddare per mantenere la forma. Inoltre molti sono gli esemplari che presentano nella parte frontale un piccolo buco, del quale però gli studiosi non sono d’accordo sul significato.
Alcuni ricercatori interpretano il piccolo foro (che si vede anche dalla foto) come l’alloggiamento per sistemare un fiore fresco; per altri, invece, sarebbe il foro di alloggiamento di ulteriori elementi decorativi come per esempio delle perline.
A fare luce su questo “mistero” purtroppo non esiste alcuna raffigurazione, né sono presenti dati di scavo che possano far capire meglio come questi “ear-plugs” venivano indossati.
La maggior parte sono stati trovati da soli, in alcuni casi a coppie, la maggior parte di quelli che si conoscono appartengono a collezioni private e quindi non si ha alcuna informazione riguardo la provenienza e il contesto di rinvenimento.
Qui la Galleria degli oggetti conservati al British Museum
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